Contributi “Resto al Sud”: ampliate le agevolazioni e la platea dei beneficiari

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Nel corso del 2020, sono state apportate interessanti novità a “Resto al Sud”, il programma che prevede agevolazioni per l’apertura e lo sviluppo di nuove attività nelle regioni del Meridione (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia) e nelle aree del cratere sismico del Centro Italia.

Le attività finanziabili da tale misura sono quelle legate alla produzione nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura; alla fornitura di servizi alle imprese e alle persone; al turismo e alle attività libero professionali (sia in forma individuale che societaria). Sono invece escluse le attività agricole e il commercio.

L’agevolazione consiste nella concessione di contributo a fondo perduto pari al 50 percento delle spese ammissibili e nella copertura della restante parte con un finanziamento bancario a tasso zero garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI.

Possono essere finanziate le seguenti spese:

  • ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili (massimo 30% del programma di spesa);
  • macchinari, impianti e attrezzature nuovi;
  • programmi informatici e servizi per le tecnologie, l’informazione e la telecomunicazione.

Inoltre, sono ammissibili le spese di gestione (materie prime, materiali di consumo, utenze, canoni di locazione, canoni di leasing, garanzie assicurative) nel limite del 20% del programma di spesa. Sono escluse, invece, le spese per il personale dipendente, quelle di progettazione e promozionali, nonché le spese per le consulenze.

Come anticipato, durante lo scorso anno, “Resto al Sud” è stato modificato mediante una serie di interventi legislativi. In particolare, a seguito della conversione in legge del Decreto n.34 del 19 maggio 2020 (DL Rilancio) è stato incrementato ad euro 60.000,00 il finanziamento massimo per le imprese esercitate in forma individuale, mentre per le società è rimasto invariato il limite di spesa di euro 50.000 per ogni richiedente, che può arrivare fino a 200.000 euro nel caso di enti composti da quattro soci. Inoltre, è stata ampliata al 50% la quota del fondo perduto, che in precedenza era pari al 35%.

Sempre con il Decreto Rilancio, è stato previsto un ulteriore contributo a fondo perduto, a copertura del fabbisogno di circolante, pari a 15.000 euro per le attività svolte in forma individuale e fino a un massimo di 40.000 euro (10.000 euro per ogni socio) per quelle esercitate in forma societaria, per salvaguardare la continuità aziendale e favorire il rilancio delle imprese già avviate.

Infine, con la manovra di bilancio 2021, è stato ampliato il limite di età di coloro che possono richiedere l’agevolazione; a seguito di tale modifica, i beneficiari non devono avere compiuto i 56 anni, a differenza dei 46 anni previsti dalla precedente normativa.

In conclusione, con i cambiamenti apportati al programma, la misura risulta ancora più vantaggiosa per coloro che intendono intraprendere una nuova iniziativa imprenditoriale nelle regioni del Mezzogiorno. Si segnala, comunque, che permangono delle difficoltà, per alcuni beneficiari, nell’ottenimento dei finanziamenti da parte delle banche, necessari per la parte non coperta dal contributo a fondo perduto.

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